10 comandamenti per fotografare il cibo

Il cibo è un soggetto così quotidiano nella nostra vita che potrebbe sembrare bizzarro dedicare tanta attenzione a come fotografarlo.
Eppure, ci sono persone che svolgono proprio questo lavoro.
La differenza tra uno scatto improvvisato a una torta di compleanno e una foto ragionata di un piatto è la stessa che c’é tra una foto del tuo gatto che dorme sul divano e da quella di una campagna pubblicitaria di cibo per gatti.
La fotografia di food si pone il fine di immortalare le pietanze suscitando però anche specifiche sensazioni nell’osservatore.
Alcune foto di cibo ad esempio, sono scattate con l’intento di trasmettere un senso di freschezza e naturalezza, altre il calore di una tazza di thè caldo, altre la sofisticatezza e la complicatezza di un piatto di alta cucina, altre semplicemente l’abbondanza e la convivialità di un pranzo domenicale e così via.
Fondamentale per chi lavora in ambito culinario, significa ricordarsi la differenza che intercorre tra lo spazio web e lo spazio della vostra cucina. In una pagina scritta non si sentono né odori né sapori, si legge, ma soprattutto, si guardano le immagini.
A volte si passano ore ed ore a preparare un piatto, a perfezionarne la ricetta, con amore e con passione, e poi quando lo si fotografa, la foto non trasmette tutta la sua bontà, ma anzi, penalizza il piatto rendendolo meno gustoso ed invitante.
Questo ci fa capire quanto importanti siano le immagini nello spazio del web e quindi quanto sia fondamentale dedicar loro la giusta attenzione. Ciò che presentate su internet vi rappresenta e da al lettore l’immagine della vostra azienda, del vostro ristorante o semplicemente di voi stessi.
I piatti che rappresentano voi e la vostra passione devono essere piacevoli e gustosi da guardare.
L’arte della food photography in realtà è considerata una delle più difficili tra le specialità della fotografia: come dicono gli adepti “se sai immortalare il cibo, allora puoi fotografare ogni cosa!” ma oggi vi svelerò i 10 aspetti principali di questo ramo della fotografia grazie ai quali potrete cominciare ad orientarvi nel mondo della fotografia di food.
1. Il cibo
Per una buona riuscita di una fotografia di food è fondamentale la scelta degli ingredienti. Questi devono risultare esteticamente belli, e ciò non significa sempre anche buoni da mangiare. Vi svelerò un segreto: la maggior parte dei piatti fotografati nelle riviste risulta nella realtá immangiabile. Esistono infatti molti trucchi che permettono di rendere appetibile il piatto oltre l’immagine 2D che sarà poi pubblicata sia su carta che web. Molti ingredienti ad esempio non devono essere cotti come da ricetta ma molto meno; pasta, pesce, verdure danno il meglio di sè se semi crudi.
2. La luce
Come in ogni tipo di fotografia, anche la food photography ha una luce privilegiata: la luce soffusa. Ottenere questa luce in studio non è cosi semplice, mentre lo è invece affidarsi alla luce naturale. Sembrerà strano ma per fare delle belle fotografie gastronomiche basta una finestra ben illuminata. Le luci dirette (foto a destra) al contrario di quella soffusa (foto a sinistra) creano riflessi sulle superfici lucide e pesanti ombre, effetti giudicati negativi in questo tipo di fotografia.
La luce soffusa inoltre viene solitamente posta dietro o di lato rispetto al soggetto per dare maggior naturalezza allo scatto.
3. Il set
Importantissimo nella fotografia di food è il set, ovvero l’insieme di oggetti che aiutano il fotografo ad ambientare il piatto. Questi oggetti possono essere oggetti da tavola, come piatti bicchieri, posate, ecc; ma anche tessuti, fiori, nastri, piccole scatole ed oggetti della tradizione.
Un’aspetto curioso è il fatto che tutti questi oggetti sono molto piccoli.
Non si fotografa mai un risotto in una classica fondina, ma nei piatti da dolce; le torte che ammirate sulle riviste, raramente superano i 18 cm di diametro, nonostante la ricetta ne citi 26 cm.
4. L’inquadratura
Per quanto riguarda l’inquadratura, fondamentale è l’angolo di ripresa. Nella fotografia di food esistono principalmente 3 diversi angoli di ripresa: la visuale da 0 a 15 gradi (foto a sinistra), la visuale a 45 gradi (foto al centro) e quella aerea (foto a destra).
La visuale da 0 a 15 gradi esalta la verticalità del piatto e riprende nel fotogramma una grande parte dello sfondo che quindi richiederà particolare attenzione durante la composizione del set.
La visuale a 45 gradi è forse quella a cui siamo più abituati. Questa infatti è l’angolazione di ripresa più naturale perché simile a quella a cui ci approcciamo al cibo nella nostra quotidianità.
La visuale area esalta gli schemi ed le tesature create nel piatto esaltando ne la composizione 2D come fosse un’opera d’arte.
5. Lo stile, la storia
Personalmente sostengo che la fotografia di food debba cogliere un attimo, una sensazione, un gusto. Penso fermamente che ogni scatto di food debba raccontare una storia, per questo è molto importante il set, la luce e l’inquadratura. Questi tre aspetti sono un po’ come le parole, se messi in ordine in maniera creativa e corretta, possono comporre un bellissimo romanzo. Ad esempio, osserviamo la foto a sinistra.
Raffigura un piatto di tagliatelle al ragù di carne. Questo piatto di tagliatelle è stato ambientato su uno sfondo scuro, con oggetti rustici. Questo scatto ci fa pensare al pranzo di un contadino di una volta, magari appena rientrato dal lavoro dei campi. Basta cambiare set, luce ed inquadratura per ottenere una fotografia completamente diversa.
6. La composizione
La composizione del fotogramma segue in generale la regola dei terzi di base della fotografia. In particolare nelle fotografie di food è più usuale porre il piatto in primo piano, mettere a fuoco un dettaglio, una texture o un particolare ingrediente e sfuocare lo sfondo.
Ottimo quindi l’utilizzo di diaframmi molto aperti, da f 2.2 a f 1.4 che permettono proprio di ottenere questo effetto.
Il fotogramma utilizzato principalmente nella fotografia di food è orientato in verticale, questo permette infatti al cibo di “respirare” e di non risultare schiacciato e oppresso. Il taglio orizzontale del fotogramma viene fatto a volte per le fotografie di food da utilizzare in riviste e libri su due facciate, in cui solitamente viene scritta anche la ricetta o il testo di una pubblicità. In questo caso nella composizione del fotogramma dovremo essere attenti nel focalizzare il soggetto a destra o a sinistra e a lasciare uno sfondo neutro dalla parte opposta dove sovrapporre eventualmente un testo scritto.
7. I paramentri più appropriati
Esistono parametri fotografici più o meno indicati per ogni tipo di fotografia. Quando si parla di parametri si intende: tempi, profondità di campo (o diaframma) e ISO.
Per quanto riguarda gli iso ci comportiamo come per la normale fotografia e quindi utilizzeremo iso più alti con minore luminosità presente nell’ambiente in cui stiamo operando e uso più bassi con luminosità media-alta.
Per quanto riguarda i tempi di scatto (utilizzando un cavalletto), inizialmente possiamo anche non preoccuparecene troppo, utilizzandoli solo per ottenere un grado di luminosità adeguato alla fotografia che stiamo scattando. Superate le basi della fotografia food potremmo giocare con essi per ottenere effetti diversi nei fluidi in movimento come ad esempio un getto d’acqua su una ciotola di frutta fresca.
Infine, la profondità di campo, risulta essere il parametro per eccellenza nella fotografia di food. Per questo tipo di fotografia sono necessari diaframmi molto luminosi, con aperture che variano da f 2.2 a f 1.4 e che permettano di ottenere un effetto sfuocato molto pronunciato. Esso infatti aiuta chi guarda la fotografia a concentrarsi sul l’unico soggetto a fuoco, in questo caso il piatto o un particolare di esso. Simile tecnica viene usata anche nei ritratti tenendo a fuoco il dettaglio degli occhi.
8. Attrezzature tecniche necessarie
Oggi a causa del sempre maggiore interesse nei confronti della cucina, dalla televisione, ai blog, dai social networks alle app per smartphone, può sembrare che il cibo possa essere fotografato con qualsiasi cosa: da una compatta ad uno smartphone.
La realtà è ben diversa, per poter realizzare fotografie professionali o semi professionali, non si può fare a meno di una macchina fotografica rlflex ed un buon cavalletto. Questo perché non esistono al momento fotocamere compatte o semi compatte con diaframmi integrati inferiori al 3.5 ancora troppo poco luminoso per una fotografia di food. Il cavalletto inoltre è fondamentale in quanto la fotografia di food ha i caratteri della fotografia di studio; si studia il set, l’inquadratura e solo alla fine, dopo aver posizionato la fotocamera si prepara il piatto e lo si colloca nel posto stabilito sul set. Questo anche perché spesso capita che il cibo preparato debba essere fotografato velocemente e che quindi non permetta al fotografo di preparare successivamente tutta l’attrezzatura fotografica.
9. Oltre lo scatto
Probabilmente già a questo punto vi avrò convinti che fare una fotografia di food non è poi così semplice e banale come può sembrar a primo acchito, ma non è finita. Manca infatti ancora tutto il lungo lavoro di post-produzione. Questa lavorazione digitale successiva è fondamentale se si scatta in RAW, un po’ come con la fotografia analogica vi era la necessità di sviluppare i rullini in camera oscura, ora vanno sviluppati i RAW su un apposito software. In fase di post-produzione è importante correggere il bilanciamento del bianco, la croccantezza della fotografia, eliminare eventuali macchie e volendo anche apporre sulla fotografia una filigrana di copyright.
10.Osserva, sperimenta, impara
Nella fotografia, come in tutte le arti manuali, è fondamentale la pratica e la sperimentazione. Si possono infatti leggere e rileggere libri e riviste sulla fotografia di food, ma non si imparerà mai quanto piuttosto mettendosi ai fornelli e poi dietro l’obiettivo. Fondamentale è infatti riuscire a seguire tutto il procedimento creativo e tecnico che si nasconde dietro uno scatto di food.
Compreso il piatto, individuato lo stile della fotografia, trovati gli oggetti necessari all’ambientazione, decisa l’inquadratura potrete esercitavi in diversi scatti, imparare quali paramentri tecnici si rivelano più opportuni a seconda del vostro scopo.
Il mio consiglio è quindi quello di affidarsi ai consigli di un esperto che vi possa seguire personalmente nel vostro percorso iniziale, che possa correggerei di volta in volta per poter accellerare i tempi del vostro apprendimento, ma sopratutto, di metterci ai fornelli e dietro l’obiettivo e fotografare, fotografare, fotografare!
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Sono un food photographer,e il mio sito è michelangelo convertino.it e devo fare i complimenti all’autore di questo articolo, molto curato e dettagliato e soprattutto utile per chi vuole approcciarsi a questo mondo!